Catching up with Dickies’ skater Vincent Alvarez

Quattro chiacchiere con lo skater Dickies Vincent Alvarez

STORIE| 05.07.2022

Vincent Alvarez è uno skater esperto e veloce che distrugge tutto ciò che osa mettersi sulla sua strada, sia essa una transizione o una strada. Vincent non conosce ostacoli. I suoi video mostrano spot non ancora percorsi che ha messo a posto o creato lui stesso, un gran lavoratore.

Nonostante il suo innegabile talento e amore per il mondo dello skate, Vincent resta una persona tranquilla e carismatica.

Quanto ci piace! Siamo emozionatissimi di lanciare presto la sua personalissima collezione!

Abbiamo finalmente potuto scambiare quattro chiacchiere con lui di persona. Continua a leggere per saperne di più.

Ciao Vincent, grazie di averci voluto dedicare del tempo per fare quattro chiacchiere. Rompiamo subito il ghiaccio: quando hai iniziato ad andare in skateboard e perché?

Ciao. Ho iniziato ad andare in skate più o meno a 9 anni, ovvero nel 1997, anno più, anno meno. Una delle cose che più mi hanno spinto verso lo skateboard è la possibilità illimitata di progredire e apprendere nuovi stili. Tutti i miei amici avevano un bagaglio di tricks e stili, ed è un qualcosa che non vedevo in nessun altro sport o attività a quell’epoca. Era qualcosa che non avevo mai visto prima, e che mi ha subito stregato. Quando finalmente imparai a pattinare, non volevo mai scendere dallo skate.

Come hai ottenuto il nickname King of LA?

Nel 2007, DC shoes ha organizzato una gara della durata di un mese, dal nome King of LA. Si tenne in diversi cortili scolastici nell’area di Los Angeles. Non mi piacciono molto le gare, ma ciò che attirò la mia attenzione su questa in particolare era il fatto che non fosse necessario avere uno sponsor e che non avesse il format della corsa singola. Dunque, c’era meno pressione in termini di tricks, e anzi avevi la possibilità di provare tricks diversi che solitamente non si vedono nelle gare. E poi, poter raggiungere gli eventi con i mezzi pubblici era un assoluto plus. Ho sfruttato tutti questi aspetti,

mi sono divertito e ho eseguito alcuni tricks. Al termine della manifestazione furono sommati i punteggi di tutti gli eventi, e io risultati il vincitore. Non direi che è il mio nickname, credo sia più un “titolo” con cui molte persone si ricordano di me.

Congratulazioni per la tua collezione Dickies Pro! Cosa significa per te essere parte del team e aver creato la tua collezione personale?

Considerando che indossavo Dickies già prima che ci fosse un programma di skateboard, lo ritengo surreale. Inoltre, esserne parte fin dall’inizio è un’esperienza che rende più umili e dimostra a me stesso cosa si può ottenere con il duro lavoro e una profonda dedizione. Quando ho scelto di adottare i capi Dickies non avevo alcuna intenzione di realizzare la mia collezione. L’unica cosa che volevo era andare in skate. Crescendo, mi è stato detto che, se resti concentrato e ti circondi delle persone giuste, tutto andrà bene. Ecco cosa significa per me far parte di Dickies.

Qual è il tuo capo preferito della collezione?

Mi piacciono molto i jeans denim color oliva. Ho sempre portato quei pantaloni colorati crescendo sullo skate, e poterne avere un paio con su impresso il mio nome è incredibile. Vestono benissimo e sono confortevoli sin dal primo istante che li metti su. Mi piace molto anche la T-shirt con stampa, perché è ispirata a un murale del quartiere in cui sono cresciuto. Osservavo quel murale ogni giorno e mi chiedevo cosa avrei fatto da grande. Il murale è ancora là, e pensare che vado ancora in skate e che con questo riesco a mantenerci me stesso e la mia famiglia è davvero indescrivibile

Sei parte del team di skate Dickies da 10 anni, ne avrai viste di tutti i colori in tutto questo tempo. Quali sono i momenti più indimenticabili?

Ce ne sono troppi per pensare di ricordarli tutti. Una volta ci fermammo sul ciglio dell’autostrada per usare il numero 1 nel cuore della notte, e finii proprio sopra un formicaio. Non me ne accorsi finché non partimmo e tutt’a un tratto mi sentii letteralmente le formiche nei pantaloni. Erano dappertutto! Corsi subito fuori dal van nel mezzo dell’autostrada e mi tolsi tutti gli abiti a parte gli slip. Mi sentivo così in colpa nei confronti di tutti gli altri membri del team all’interno del van. Un altro che mi è appena tornato in mente era di quando eravamo a Boston a fare da giuria per una gara organizzata da Zumiez, e all’improvviso lo speaker dice a tutti che era il mio compleanno, e così tutto il palazzetto inizia a cantare “tanti auguri a te”. Sicuramente è stata la volta in cui me l’hanno cantato più persone. Ero davvero imbarazzato, ma anche molto riconoscente. Me ne stanno tornando in mente un botto. Sì, ce ne sono tantissimi.

Sei famoso per aver percorso spot sconosciuti che non sono ancora venuti alla ribalta: ma come li trovi?

Provo sempre a evitare il traffico sulla tangenziale, per cui prendo sempre in considerazione la strada panoramica. E mentre la percorro, mi imbatto in degli spot che una persona media non vede, perché è troppo abituata a seguire le mappe di google e a prendere la tangenziale. Non mi dispiace metterci più tempo per raggiungere uno spot, e quando lo faccio... mi godo tutta la sorpresa. Mi piace molto anche pattinare in spot che non si vedono tutti i giorni. Questo è uno dei motivi principali per cui ho iniziato ad andare in skate. E se sono stato ispirato da questo, forse posso fare lo stesso per gli altri skater. Sono anche solito fotografare tutto ciò che vedo, verifico dove ho scattato la foto e ci ritorno appena posso.

Cosa ti spinge ad andare in skate attualmente?

Sono stato molto entusiasta di sistemare e costruire spot. Non c’è niente come quel primo giro dopo che lo spot è stato completato ed è pronto per essere provato. È una sensazione così soddisfacente che mi spinge a provare cose nuove. Un’altra cosa che mi piace tanto è percorrere nuovi skate spot in cui non c’è nessuno che riprende con il cellulare e ci si gode la sessione per quella che è, senza che sia documentata. Veder spuntare fuori le telecamere prima di riscaldarsi bene è molto negativo, ma quando posso fare il riscaldamento senza essere ripreso riscopro uno dei motivi per cui mi sono innamorato di questo sport. Il puro e semplice fatto di divertirsi con gli amici.

Hai degli hobby oltre allo skate?

Ho due cani, e portarli fuori mi dà tanta ispirazione e gioia. Credo che lo skate sia praticamente quasi tutta la mia vita, perché anche quando non pattino sono in macchina alla ricerca di nuovi spot o anche solo per verificare se un posto sia adatto allo skate o no. Mi sono divertito moltissimo a costruire delle cose successivamente. Mi piace tanto suonare il basso e uscire con i miei amici ogni volta che possiamo. Andare in campeggio e fare grigliate sono altre cose che mi piace moltissimo fare.

Cosa c’è nel tuo futuro?

Attualmente sono impegnato in un progetto per la mia collezione che verrà lanciata quest’estate. Si tratta di un’idea molto divertente, che consiste nel costruire una serie di skate spot che ho sempre pensato che potrebbero essere interessanti se venissero resi percorribili in skateboard. È stato un bel lavoro finora, e non vedo l’ora di vedere il prodotto finito. Senza dubbio è stato il “lavoro” più

divertente che abbia mai fatto. Il mio amico Jeff si è preso un po' di vacanza dal suo lavoro alla Union, e così mi ha aiutato e ho potuto imparare molto anche da lui. Contemporaneamente, sono stato fuori a girare un cortometraggio per Dickies. Gioco d’anticipo e non mi affido ai viaggi per ottenere i filmati, poiché a Los Angeles ci sono tantissimi spot. Voglio una timeline che privilegi la qualità alla quantità per la mia parte in questo video. Sono sempre andato in skate per me stesso e i miei amici, e un paio di anni fa mi sono ritrovato lontano da tutto questo a impegnarmi per l’aspetto industriale di questo sport. Ma di recente ho riscoperto l’amore per lo skate da tutti i punti di vista. Per cui, il prossimo step è prendere questo amore che ho riscoperto e riversarlo tutto nel mio skate e nella vita.


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